Parrocchia B.V. Maria del SS. Rosario

San Ferdinando di Puglia (BT)

  
  
  

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OMD Notiziario 189

Periodico trimestrale dei Chierici Regolari dell'Ordine della Madre di Dio

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05Il farmacista fondatore

San Giovanni Leonardi nasce a Diecimo nei pressi di Lucca, l'anno 1541. Giovane zelante e pieno di amore apostolico, visse da laico impegnato la prima stagione della sua esistenza. Inviato dai familiari a Lucca per apprendere l'arte del farmacista, s'inserì nel tessuto cittadino attirando per la santità della vita e la radicale scelta evangelica, l'entusiasmo della gioventù lucchese.

Nell' associazione giovanile ispirata al Beato Giovanni Colombini (1304-1367), il Leonardi realizzò l'aspirazione a conseguire una più intensa vita cristiana, la preghiera comune e l'assistenza ai poveri. Così riferisce il Venerabile P. Cesare Franciotti nelle prime cronache: "Ebbe dunque principio questa nuova Compagnia intorno all'anno 1558: li esercizi suoi erano il frequentare la chiesa di S. Romano nei giorni festivi, il trovarsi ai Divini Offizi, il confessarsi tutti dal medesimo confessore e secondo il suo consiglio comunicarsi frequentemente […] et essi con molta semplicità ed obbedienza pigliavano dalle sue mani, il tutto come dalla mano di Dio" (Croniche, § 5).

Su consiglio del domenicano P. Paolino Bernardini a ventisei anni, il Leonardi lasciò l'attività di farmacista e intraprese gli studi ecclesiastici. Celebrò la sua prima eucaristia nell'Epifania del 1571 e il vescovo di Lucca gli affidò la Chiesa di San Giovanni della Magione, nella quale poté attuare un'intuizione che portava da tempo nel cuore: l'istituzione di una scuola che formasse soprattutto i più giovani nei principi della retta fede e della vita cristiana. Nacque così la "Compagnia della Dottrina Cristiana".

 

Dalla parte dei piccoli

La Chiesa si riforma dal basso, dai "piccoli". Giovanni è obbediente al monito del Vangelo: "Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato" (Mc 9,37) I "piccoli" per il Leonardi sono coloro che hanno bisogno di aiuto spirituale; coloro che non sanno, quelli che hanno poche sicurezze, sono soprattutto i peccatori, privi di difesa e schiacciati dalla loro indegnità. Il confessionale diviene la prima "cattedra" di Giovanni. E' scuola della misericordia divina: "che il buon cristiano dovrà avere sempre davanti ai suoi occhi e scrivere nel cuore" (Sermoni C. 318) e nello stesso tempo luogo della guarigione interiore. Così scrive il primo biografo: "era particolare la sua carità verso il prossimo, al quale sovveniva non solo con curarli per amore di Dio e dar loro i medicamenti necessari; ma molto più con sani documenti, con disporli alla confessione, e con procurare di rendere prima sana l'anima dalle spirituali infermità. Così era fatto Giovanni, non meno per l'anime che per i corpi operatore e dispensatore di medicine" (G. Bonafede, Vita). La cura del corpo ecclesiale fu dunque la prima preoccupazione del giovane presbitero. Nell'Oratorio lucchese il Leonardi, radunò numerosi giovani che già conoscevano le sue singolari virtù. La compagnia era solita ritrovarsi nell'ascolto della Parola di Dio, nella frequenza ai sacramenti, nell'orazione mentale e nelle pratiche di pietà.

Ma l'anelito missionario e la povertà spirituale del popolo, spinsero Giovanni ad occuparsi soprattutto dei fanciulli per insegnare ad essi: "la dottrina christiana, et indirizzarli nella devotione, sapendo egli (come spesso diceva) che dalla buona educatione della gioventù dipende più che da altre diligenze la riforma delle famiglie e delle repubbliche". Formare cristiani adulti nella fede: ecco l'intuizione del Leonardi che riorganizzò in modo sistematico e innovativo la catechesi in tutta la Diocesi di Lucca.

 

Una nuova famiglia religiosa nella Chiesa

Vita comune e apostolato: una sintesi vincente, sperimentata dai nuovi Ordini religiosi: i Chierici Regolari che precedettero, accompagnarono e seguirono il Concilio di Trento. Il Leonardi s'inserisce con i suoi primi compagni dentro questo singolare fioritura. Il settembre del 1574 diede inizio alla compagnia di "preti riformati" ed egli stesso redasse la prima regola di vita nel 1584: "Constitutioni e Regole della Compagnia dei sacerdoti e Chierici Secolari della Gloriosa Vergine Maria Habitanti a Lucca in la Chiesa della Santissima Maria Cort'Orlandini" e come egli stesso ebbe ad affermare "approvate da un papa Clemente" nel 1604.

Il successo dell'opera attirò consensi ed amici come il Vescovo Castelli di Rimini, ma anche tanta ostilità e rifiuto per il quale la vita dei profeti e mirabilmente intrecciata alle loro azioni e parole. In queste parole consegnate nelle prime Costituzioni il Leonardi individua lo scopo del nuovo istituto: "Avendo veduto che il Signore ci ha chiamati non solo perché attendiamo a noi stessi, ma anche al fine che con ogni diligenza cerchiamo la salute del nostro prossimo. Poi tutti i fratelli con animo acceso si sforzeranno eseguire questa volontà di Dio, e per ciò s'attendi alla ministratione dei santissimi sacramenti non perdonando a fatica o disagio quando vedranno qualche Anima peccatrice tornare allo stato della grazia. Si predichi o si legga la Divina scrittura in Chiesa nostra ogni giorno di festa comandata et insieme vi s'insegni la Dottrina Cristiana ai bambini" (Costituzioni del 1584, Archivio OMD).

Il santo pagò con molte tribolazioni il coraggio di predicare e di sostenere in tutti i modi la necessità di un ritorno alla genuina pratica del Vangelo in un'epoca di decadenza dei costumi e di profonde divisioni nella Chiesa. La Congregazione fu elevata alla dignità di Ordine con il titolo di Chierici Regolari della Madre di Dio da Gregorio XV (1621). Un piccola comunità apostolica che fosse in piena comunione per l'evangelizzazione, la santificazione e la riforma personale, fu l'intento del Leonardi.

 

Fecondo e profetico esilio: nella vigna della Chiesa

Se la santità non si esaurisce nella storia è vero che questa la caratterizza. L'avventura del Leonardi proseguì fuori "dall'Alborato cerchio", e cominciò ad assumere toni universali. La compostezza del suo carattere e la sua coerenza profonda nascevano da un amore affidato a Dio spesso segnato da amarezze, provocate da inquietudini e divisioni. L'ombra lunga della croce che il Signore riserva ai suoi eletti e che il Leonardi ebbe a celebrare nei suoi scritti come testimonia la lettera inviata ai confratelli il 16 maggio 1592: "A me non dovete cosa alcuna, perché per tutto il tempo non ho da parte mia fatto che guastare, ma se cosa di buono vi pare che vi sia stata, tutto è virtù e grazia di Dio, al quale tutto dovete. Quanto a portare la Croce, ha da essere virtù di Quello che ha da scacciare da voi il timore e la paura, et un poco più levate li vostri cuori a Dio e con lui misurate le cose" (G. Leonardi, Lettere). Sospetti, accuse di essere portavoce dell'Inquisizione e incomprensioni anche fra i suoi religiosi, sancirono l'esilio del Leonardi dall'amata città di Lucca. Alla richiesta di spiegazioni la risposta fu netta: "disturba l'ordine pubblico e manca di rispetto all'autorità costituita". Si, i profeti disturbano, i giusti inquietano, i saggi vanno tolti di mezzo. Ma la vigna sarà data ad altri che la faranno fruttificare (cfr. Mt 21,43). E' la vigna della grande Chiesa che il Leonardi è chiamato a servire. Cominciando da Roma dove dimora il Vicario di Cristo.

Giovanni propone con voce profetica la riorganizzazione del tessuto ecclesiale: concili provinciali e regionali convocati periodicamente per discutere delle questioni pastorali, i quali a sua volta devono confluire in concili nazionali da celebrarsi a Roma alla presenza del Papa il quale "procurerà d'aver cognizione di tutte le infermità che patisce la Chiesa […] e poi quelli che a riformare i costumi degli uomini devono attendere, ponghino loro medesimi avanti gli occhi di chi desiderano riformare come specchi di tutte le virtù e come lucerne poste sopra il candeliere".E a sottolineare l'importanza dell'universalità della Chiesa il Leonardi invita il Papa "a scegliere i cardinali di tutte le nazioni della cristianità" ( G. Leonardi, Memoriale a Paolo V per la riforma universale di tutta la Chiesa, 1605).

L'ordine di non ritornare in patria raggiunge il Leonardi a Roma dove si era recato nel 1587.

La sua causa fu più volte sostenuta e difesa da amici influenti, tuttavia il santo ebbe modo di dimostrare rispettosa obbedienza alla Chiesa e al Senato di Lucca. Lo sguardo al crocifisso, "il Patto con gli occhi per scoprire Cristo" come ebbe ad affermare nel commento a Giobbe e la fedeltà alla Chiesa, orientarono il tempo prezioso della prova come scrisse in altra occasione al Venerabile Giovanbattista Cioni: "So che vi sarà croce, ma pigliatela volentieri per amore di Quello che la pigliò per tutti, poiché altrimenti non si può fare, onde è bene patisca un membro, acciò tutto il corpo habbia bene" (Lettera del 1591). Il papa Clemente VIII, non solo allontanò dal Leonardi ogni accusa e sospetto, ma lo inviò più volte Visitatore e Commissario Apostolico perché fosse attuata con "prudenza e ponderata fermezza" la riforma della Chiesa già avviata dal concilio tridentino: "tam in capitis quam in membris". Instancabile, il santo visita più volte antichi e autorevoli monasteri: Montevergine, Vallombrosa e Montesenario. Fonda il popolare santuario della Madonna dell'Arco presso Napoli. Le intuizioni profetiche e l'esperienza lo conducono a stendere una sorta di trattato nel quale enumera i principi della riforma: "Pro Religionum et Religiosorum presenti et futura reformatione". Con lucida evidenza in questo documento afferma che: "Non è l'inflazione delle leggi a riformare gli Istituti, salvo poi osservarle".

A Roma suggerirà la costituzione di un "Dicastero" per i religiosi che sarà istituito da Innocenzo X nel 1652. Gli fu affidato l'incarico di Visitatore delle Scuole Pie le quali, in seguito, furono aggregate per tre anni alla Congregazione del Leonardi. L'amicizia fidata strinse san Giovanni e san Giuseppe Calasanzio soprattutto nelle ore difficili di sospetti e persecuzioni. Giovanni s'adoperò in questi laboriosi anni romani ad uffici di pace. Compose divergenze nel popolare Ospedale di Santo Spirito in Sassia a Roma; fra il Collegio Inglese e la Compagnia di Gesù (per il Collegio Germanico); fra la repubblica di Lucca e il Duca di Monaco.

 

Il Vangelo fino agli estremi confini della terra

Di ritorno da Loreto nel 1605 intensificò le relazioni in precedenza avviate con MonsGiovan Battista Vives per dar vita ad un progetto missionario. Già intorno al 1603 nella casa del Vives, posta nelle vicinanze di piazza del popolo, si radunarono alcuni giovani alunni sotto la direzione del leonardino P. Giuseppe Matraia, per dare concretezza alla "Congregazione di Propaganda Fide", la quale, aveva come scopo la formazione degli annunziatori del Vangelo nelle nuove terre: "Le Indie".

Per il nascente istituto il Leonardi revisionò le prime Costituzioni e firmò insieme a dodici Chierici Secolari il celebre memoriale a Paolo V come afferma il P. Ludovico Marracci: " Restano per anco appresso di noi le Regole, di questa Congregazione di Preti Apostolici, con altre scritture in tal proposito fatte da uomini insigni delle quali una è con queste parole soscritta: Martinus Funes Societatis Iesu, et duodecim Clerici Seculares". Il progetto attraversò molte vicissitudini ed ebbe la definizione canonica nel 1627 dal Papa Urbano VIII che assegnò il "Collegio di Propaganda Fide" a sacerdoti e chierici secolari "ex omni gente et natione". L'intensa giornata terrena del Leonardi si era chiusa qualche decennio prima il 9 ottobre del 1609 nella casa di Santa Maria in Portico a Roma.

Durante una violenta peste, il Padre mosso da grande carità assistendo alcuni confratelli, rimase vittima del terribile morbo. Le sue spoglie mortali furono trasferite nella Chiesa di Santa Maria in Campitelli nel 1667 e fu canonizzato da Pio XI il 17 aprile 1938.

 

 

LE MASSIME DI SAN GIOVANNI LEONARDI

1) Abbiate davanti agli occhi della vostra mente solo l'onore, il servizio e la gloria di Cristo crocifisso, spogliandovi di ogni interesse personale.

2) So che vi sarà sempre la croce da portare, ma essa va accettata per amore di Colui che volentieri la portò per primo per noi.

3) Fra tutti i doni e grazie che Dio concede all'uomo in questa vita, certamente una delle più importanti è quella della conversione, eppure nessun'altra è così tenuta in poco conto come questa..

4) Se cerchi Dio troverai ogni bene. In effetti quale bellezza potresti trovare in un braccio tutto coperto di gioielli, ma staccato dal corpo? Nessuna. Così avviene quando ti separi da Dio.

5) Servite la Chiesa e non servitevi di essa.

6) Il maggior conforto che un ammalato possa ricevere è quello di sapere che il medico gli ha ordinato delle medicine che, una volta prese, lo guariranno. Orbene, perché mai noi, che pure abbiamo l'anima ferita mortalmente, non proviamo la stessa gioia, quando conosciamo che Cristo, quale medico e Signore, ci offre le medicine migliori per l'anima nostra?

7) Quale ammalato può essere così ostinato da diventare nemico del suo bene rinunciando a prendere la medicina che lo salva e che il medico gli offre? Su, su, cristiani, con il cuore umiliato fatevi incontro al medico Cristo che vi offre la medicina della penitenza.

8) Una delle maggiori astuzie del demonio è quella di impedirci de pensare alla morte perché in questo modo ci distoglie dal nostro fine e quindi anche dai mezzi per conseguirlo, come lasciare il peccato e fare il bene.

9) Per portare la croce è necessario spogliarsi della superbia e rivestirsi di umiltà…Tutti i santi che sono andati in cielo, hanno prima piantato la croce nel loro cuore.

10) Andiamo anche noi come i pastori a Betlemme, che significa: casa del pane. Il pane è Cristo, la mangiatoia è l'altare, il presepe è il nostro cuore.

11) E' la Chiesa la casa del vero pane, cioè di Colui che disse: io sono il pane vivo disceso dal cielo. Chi dunque vuole essere di Cristo vada a questa casa, riceva questo pane e vedrà il suo nome scritto nel cielo.

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